Un nuovo vertice per il clima ( molto deludente)

Ieri, 23 settembre 2019, si è tenuto alla sede delle Nazioni Unite (New York) un vertice sul clima: hanno partecipato 60 persone tra capi di Stato e di governo - in vista della Conferenza delle Nazioni Unite che si terrà a dicembre in Cile - per parlare dell'emergenza climatica 
Al vertice ha partecipato anche Greta Thunberg: il suo discorso è stato condiviso e tradotto da milioni di persone!

L'intervento di Greta Thunberg all’Assemblea generale della Nazioni Uniti è stato molto toccante non solo per il pathos che ci ha messo nel pronunciare ogni parola, ma anche perché ha accusato ogni leader mondiale di non fare abbastanza, di non affrontare il problema ma anzi di evitarlo. 


L'incipit del discorso è un chiodo, un coltello, degli aghi piantati dietro la schiena che dovrebbero far male agli adulti e a tutti quei leader che non credono ai cambiamenti climatici; infatti Greta inizia il suo intervento dicendo:

«Non dovrei essere qui. Dovrei essere a scuola, dall’altra parte dell’oceano. Voi venite da noi giovani e ci parlate di speranza? Come osate? Mi avete rubato i sogni e l’infanzia con le vostre parole vuote. E io sono una delle persone più fortunate. Le persone stanno soffrendo. Le persone stanno morendo. Interi ecosistemi stanno collassando. Siamo all’inizio di un’estinzione di massa. E tutto quello di cui parlate sono soldi e favole su un’eterna crescita economica. Come osate!».

Per tutta risposta, un presidente come Trump, non aveva dato disponibilità della sua presenza e invece era proprio lì: si è perso il discorso di apertura del segretario generale, Antonio Guterres, ma anche quello di Greta Thunberg.
Angela Merkel invece è consapevole che i cambiamenti climatici sono causati dagli uomini, da noi stessi e che la comunità internazionale debba ascoltare scienziati e giovani studenti che combattono contro tutto questo. Per quanto riguarda la Germania hanno anche parlato di "misure climatiche", come ad esempio eliminare entro il 2028 l'uso del carbone.
Per quanto riguarda la Francia, invece, Macron ha parlato di scambi commerciale: non ha nominato il Brasile ma era piuttosto implicito che si riferisse proprio a lui e al fatto che non bisognerebbe più importare beni da paesi che permettono la deforestazione.

E l'Italia?

L'Italia ha parlato di rispettare l'accordo di Parigi e di effettuare sempre più scelte "green".
Il punto è che questi non devono solo essere desideri ma veri e propri bisogni e obblighi verso il nostro Pianeta. Servono piani concreti, non parole: appoggiarsi ad un accordo fatto del 2015 (quello di Parigi) serve a poco, soprattutto perché Paesi come gli Stati Uniti si è già sottratto da questo accordo.
E quindi, siccome loro non fanno nulla, lo faremo noi. Lo faremo noi il 27 settembre, un'enorme global strike for future, il terzo.




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