Quando Trump non aspettava altro che abbandonare i Curdi

I Curdi sono un gruppo etnico iranico originario dell'Asia occidentale e sono da sempre stati alleati con gli Stati Uniti per combattere l'ISIS. Solo che ad un certo punto Trump, domenica sera, ha deciso che basta. Che questa alleanza è arrivata al limite e che la Turchia può invadere quel pezzo di Siria e creare una zona di sicurezza tra il confine turco e quello siriano: quindi via, si possono ritirare i soldati dal nordest del paese, dove si trovano i curdi siriani.
La Casa Bianca ha sostanzialmente deciso che l'accordo durato anni con i Curdi può essere messo da parte e allearsi con la Turchia sia la scelta migliore.

PERCHÉ?

Partiamo dalla Turchia: dall'inizio della guerra in Siria nel 2011 la Turchia combatté sia il regime siriano (sostanzialmente per instaurare un regime islamista sunnita vicino a quello turco), sia i curdi siriani (per tenerli lontani dal confine turco meridionale); nel 2014 l'attenzione verso i Curdi diventa sempre più profonda, perché? Perché le vittorie contro l'ISIS erano sempre più numerose e loro diventavano sempre più forti.
Perché il governo turco considera i Curdi un pericolo?
Fondamentalmente perché considera le loro milizie un gruppo terroristico. Crede che siano la continuazione di un partito presente in Turchia e che per decenni, questo partito, ha combattuto contro il governo turco per cercare la propria indipendenza.

L'accordo del 2014
Nel 2014 le cose iniziano a complicarsi: gli Stati Uniti intraprendono una guerra contro l'ISIS, ma il governo di Barack Obama (all'epoca era lui il Presidente) non voleva in alcun modo che le sue milizie fossero impegnate in quella terra, perciò aveva la necessità di trovare alleati. Gli alleati li trova e sono i Curdi che si erano dimostrati non solo abili in battaglia ma erano anche interessi a recuperare i territori del nord della Siria.

Il momento dell'alleanza
Il rapporto tra Curdi e Stati Uniti fu da subito molto difficile: questo perché gli Stati Uniti avevano già un rapporto con la Turchia e non solo, entrambi erano membri della NATO.

IL MOMENTO IN CUI I TURCHI INVADONO LA SIRIA

La Turchia iniziò ben presto a diventare ostile verso i Curdi Siriani e non si limitò a puro astio, perché nell'estate del 2016 - mentre i Curdi combattevano contro l'ISIS, la Turchia entrò con tanto di carri armati nel nord della Siria riuscendo a prendere il controllo di alcuni territori dell'ISIS, rubandoli sostanzialmente ai Curdi.





DOPO IL SUCCESSO DEL 2014

Nel 2018 le forze turche iniziarono una seconda operazione militare nel nord della Siria e con l’appoggio dell’Esercito Libero Siriano attaccarono la città di Afrin
(2 anni prima era controllata dai Curdi).
Vinsero i turchi dopo due mesi.
A questo punto possiamo dire che i territori a ovest del fiume Eufrate sono controllati dalla Turchia, quelli a est dai Curdi siriani.

TRADIMENTO
Come abbiamo già detto precedentemente gli Stati Uniti avevano un accordo ben preciso con i Curdi siriani, basato fondamentalmente sul territorio e le milizie. Ma c'è anche qualcosa in più, perché ad agosto gli Stati Uniti e la Turchia fecero un patto: i curdi siriani avrebbero dovuto ritirarsi dagli avamposti dei confini, così che i Curdi potessero tracciare una linea netta di confine tra loro e Curdi siriani. Gli Stati Uniti così avrebbero dato protezione e sicurezza ai Curdi. Così si fece, perché a fine agosto i Curdi iniziarono la ritirata.


«Non ci aspettiamo che gli Stati Uniti proteggano il nordest della Siria. Ma le persone si meritano una spiegazione sull’accordo relativo al meccanismo di sicurezza [quello firmato ad agosto], sulla distruzione degli avamposti e sul fallimento degli Stati Uniti nell’onorare i loro impegni». Mustafa Bali, capo dell’ufficio stampa delle Forze Democratiche Siriane


Ritirare i militari dal nord della Siria non significa solo tradire i Curdi, vuol dire anche avere il rischio che un altro paese non si affidi più agli Stati Uniti: un paese che promette fedeltà e poi tradisce.



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