#unabiografiatuttapersé


Questa seconda puntata di #unabiografiatuttapersé la voglio dedicare a Jane Austen, che, giusto per inserirla in un contesto storico e sociale, nasce nel 1755 nel periodo preromantico inglese. Tutti sappiamo delle sue splendide opere letterarie, tra cui Orgoglio e pregiudizio ma in pochi sanno delle sue opere teatrali. Indubbiamente il teatro era un divertimento dei ricchi, ma assistevano alle sceneggiature anche i membri meno abbienti tra i piccoli possidenti terrieri, compresa Jane Austen e la sua famiglia. 
Dal 1782 al 1789, infatti, mentre la Austen viveva nella canonica di Steventon, rappresentò drammi moderni e classici nel salotto e nel granaio insieme alla sua famiglia. In realtà fu molto difficile questo lavoro, perché naturalmente non aveva a sua disposizione degli attori, ma persone che avevano delle proprie abilità e gli spazi non erano di certo degli immensi palchi.


“Nelle rappresentazioni pubbliche, abitualmente era una delle attrici principali a pronunciare l’epilogo, e gli stereotipi culturali riguardo alla moralità rilassata di donne che recitavano professionalmente coloravano l’esperienza del pubblico con allusioni sessuali. […] I palcoscenici privati cercavano di differenziarsi da quelli pubblici in un particolare modo: i loro prologhi ed epiloghi erano pronunciati sia da uomini che da donne. Sganciare sia il prologo che l’epilogo dalle loro connotazioni convenzionali di genere può essere stato un modo per renderli più adatti all'intrattenimento domestico, in particolare quando c’era a repentaglio la reputazione delle donne.” (Haugen, 2014)
In questo modo, il solo utilizzare la consuetudine dell’epilogo, già poneva le rappresentazioni domestiche su traballanti basi morali.

                                                                               

Molte delle autrici di quell'epoca - la Austen, Maria Edgeworth e Francis Burney - attraverso i loro personaggi denunciarono fortemente il teatro e il modo in cui rappresentava la virtù femminile. 

Fatta questa breve ma intensa introduzione, che è importante per comprendere il personaggio di cui stiamo andando a parlare, voglio stilarvi una lista di punti che hanno caratterizzato l'autrice:

  • I suoi romanzi furono pubblicati con uno pseudonimo, o meglio, attraverso l'anonimato con indicazioni tipo "By a Lady" o "by the autor of Sense and Sensibility". Solo dopo la sua morte il fratello Henry rivelò il nome dell'autrice al pubblico.
  • Jane Austen dichiarò di voler creare un'eroine, ma che al contrario delle altre, non fosse amata da nessuno. Così creò Emma, un romanzo dove il tema centrale era proprio il fraintendimento in amore.
  • Persuasione, libro di cui tra poco parleremo, ma anche L'Abbazia di Northanger, sono titoli scelti da Henry e Cassandra - rispettivamente fratello e sorella di Jane.
  • Jane Asuten scrisse quasi sempre di amore, di pregiudizi, e in effetti ha sempre un po' raccontato la sua vita sentimentale precaria: il suo primo amore fu Thomas Langlois Lefroy. Il loro amore venne ostacolato dalla famiglia di lui. Il secondo fidanzamento venne rotto da lei, non era realmente innamorata. 
  • Verso la fine della sua vita Jane Austen volle continuare a scrivere, usando una matita e calamaio. 
  • La scrittrice immaginava le vite dei suoi personaggi anche dopo aver concluso i romanzi; per esempio aveva ben in mente che cosa successe dopo a Kitty Bennet di Orgoglio e pregiudizio: sposò un sacerdote vicino Pemberley. Mary invece sposò un impiegato.
  • Jane Austen è stata sì, una ragazza ribelle, ma verso la società non verso la famiglia. La famiglia l'ha sempre supportata, soprattutto la sorella, il fratello e il padre.
  • All'interno delle sue opere ci sono diversi significati, si dice. Ovvero, in gergo moderno, del "complottismo".



Accade spesso che la Austen non venga letta, bensì venga "vista", ovvero vengano visti tutti quei film con quelle sceneggiature che non fanno ampiamente osservare il ruolo degli uomini. A primo impatto sembrerebbe che Jane Austen abbia scritto romanzi rosa, magari un po' sofisticati, certo, ma comunque rimangano opere dedicate a un pubblico prettamente femminile. Questo accade in modo molto semplice, perché la struttura è sempre similare: una giovane donna che non è sposata e che ha problemi economici. Alla fine però ogni romanzo finisce bene, con il matrimonio della protagonista – delle protagoniste nel caso di Ragione e sentimento – con l’uomo giusto per loro, quello che il lettore sperava fin dall'inizio.

Ma la sapete una cosa, i primi lettori di Jane Austen non furono donne, ma uomini. Ed erano molto accaniti rispetto alla sua lettura e soprattutto erano accaniti contro chi diceva che la sua scrittura non era granché. 
Perché sì, probabilmente i suoi romanzi raccontano di matrimoni, di amore, ma sono pur sempre realistici. 

«Uomini mascolini come Scott e Kipling sono stati Janeites e sono stati affascinati dall’umorismo impertinente di Austen e dal realismo delle sue opere»

«Almeno in Italia, ma non solo in Italia, non riconosciamo ancora quale sia la sua grandezza (…). I suoi vicini sono Balzac, Tolstoj, Proust, i creatori di mondi universali» 

Realistici nel raccontare una vita e una società che non permettono la libertà di esprimersi. Le vicende sono così complicate perché non si può parlare apertamente e né le donne, né tanto meno gli uomini, potevano esprimere i propri sentimenti.

Persuasione

Anne Elliot è una diciannovenne orfana di madre, figlia di un padre baronetto, vanitoso e insensibile. Anne viene snobbata dalla sorella maggiore che è fondamentalmente la padrona di casa. In tutto questo però ha una persona che le vuole molto bene: Lady Russel, la quale fu molto amica della madre quando era in vita. A casa degli Elliot però transita un giovane capitano di marina, Wentworth. I due giovani si innamoranom, ma l'uomo è povero quindi il padre di Anne boccia il fidanzamento, ma soprattutto attraverso la persuasione effettuata da parte di Lady Russel, Anne rinuncia all'uomo, quindi il capitano riparte abbastanza amareggiato. 
Il punto è che Anne, pur cercando di cicatrizzare la ferita, non riesce. Ancor meno ci riuscirà quando, per un caso fortuito, quando Anne ha 27 anni, incontra nuovamente il capitano. 
Su tutta questa vicenda aleggia una frase, un sentimento particolare: persuadetevi da soli, ogni tanto, e scegliete la via giusta, “là dove ti porta il cuore…”.

I temi sono molto similari a quelli di Orgoglio e pregiudizio: l'orgoglio del capitano, il pregiudizio della famiglia di Anne, ma soprattutto la prospettiva con cui la Austen vede il matrimonio: solo se ami una persona la sposi.

Jane Austen è amata ancora oggi per questo motivo, perché il matrimonio è sorretto da tanti pilastri, ma i primi che lo sorreggono sono di motivo economico-sociale no di tipo romantico-sentimentale. Ed è per questo motivo che molte delle femministe dei nostri tempi non guardano di buon occhio il matrimonio, perché è un prodotto del patriarcato, non del sentimento. Un altro dei tanti modi di poter controllare la donna in tutta la sua essenza.


Jane Austen - Wikipedia "Ora erano degli estranei; no, più che estranei, perché non avrebbero più potuto conoscersi."

Melissa, @jawaadino_24
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