#unabiografiatuttapersè


Quando ho deciso di smettere di parlare di libri ho subito pensato: "Sì ma non voglio smettere, voglio cambiare", ed è esattamente così che la mia mente è volata sulle biografie. Ho notato che so poco degli autori che leggo, della loro esistenza e del loro pensiero, quando invece è gran parte del lavoro dei loro libri.




E così inauguriamo oggi la rubrica, iniziando da Virginia Woolf.
Non ho intenzione di scrivervi chissà quale nota biografica banale, ma collocarla nel tempo sì... una mia insegnante mi ha fatto capire quanto siano importanti le date per comprendere i pensieri e le idee che le persone hanno.




Virginia nasce centotrentasei anni fa a Londra: scrittrice, critica letteraria e saggista, editrice e donna che influenzò enormemente la letteratura del ‘900 con la sua arte visionaria.
Credo che l'epoca Vittoriana non appartenesse alla Woolf, proprio per le sue idee indipendenti: non parlo solo di suffragio universale, ma di amore. Non in tanti lo sanno, eppure Orlando non è solo la biografia immaginaria di un personaggio androgino che attraversa quattro secoli di storia inglese: esso è in realtà un poema d’amore indirizzato alla scrittrice e sua grande amica Vita Sackville-West.

Nonostante l'amore del marito, nonostante la casa editrice che avevano fondato insieme... Virginia Woolf soffriva di una forte depressione. Una depressione che è durata per anni... e che culminò con la lontananza dall'amica e con la morte del nipote (figlio della sorella).


Ma soprattutto, culminò con l'ascesa di Hitler e, forse, a causa di tutti quei bombardamenti la mente di Virginia si offuscò: aveva ricominciato a sentire le voci, così come da giovane sentiva gli uccellini cantare in greco, e non aveva più la forza di combattere.
Scrisse tre lettere: una per Vanessa e le ultime due per Leonard dove lo ringraziava per la felicità che avevano condiviso. Virginia si allontanò da casa il 28 marzo 1941 e, arrivata sulle rive del fiume Ouse, in un luogo dove altri abitanti del luogo si erano suicidati, Virginia mise dei sassi nelle tasche del cappotto e si incamminò nel fiume. Verrà ritrovata solo il successivo 18 aprile.



Quando dico che la Woolf, forse, ha sbagliato epoca lo dico in quanto nel Novecento le donne venivano educate a una sostanziale sottomissione alla figura maschile: la stessa Virginia si sottomise parecchie volte; prima al padre, poi ai fratelli e infinite al marito.


“Una donna deve avere i soldi e una stanza tutta sua per scrivere romanzi”.

Questa frase è riportata nel libro "Una stanza tutta per sé" ed indica esattamente il suo pensiero di base, ovvero l’emancipazione: l’indipendenza economica, e, soprattutto, culturale.
I suoi personaggi femminili hanno una costante molto importante, ovvero il dualismo la morale di ogni individuo e quella dettata dalla società.


Melissa, @jawaadino_24
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