"La Repubblica riconosce 
a tutti i cittadini il diritto al lavoro"



L'articolo 4 della Costituzione enuncia proprio questo diritto, che non è solo un diritto ma anche un dovere verso la solidarietà sociale ed economica del progresso verso il nostro Paese.


Festa dei Lavoratori il 1°maggio: perché si festeggia. Le origini ...


Eppure, ad oggi, il lavoro è diventata la perfetta metafora di una gabbia da cui è impossibile evadere: da cui prendiamo tutta l'insoddisfazione e la frustrazione che caratterizza l'uomo capitalista. Sì, perché l'idea di questo "superlavoro" ci è stata indotta dalla società e dall'economia capitalista.
L'esempio più lampante è il Giappone, dove la rivoluzione industriale si è imposta con una grande rapidità e, a distanza di 150 anni, la media lavorativa è di circa 12 ore al giorno senza tenere conto dei vari straordinari e per quanto riguarda le vacanze dovrebbero arrivare a 15 giorni, ma nella realtà i giorni a malapena arrivano ad essere 7 l'anno.
Il problema di questo "superlavoro", di questo sfruttamento, è la morte subito successiva: secondo le stime del Japan Times un giapponese su cinque muore per il lavoro (tra suicidio e infarto).


Giappone: ferie obbligatorie per combattere i suicidi (11/03/2015 ...



Non che la Cina sia meglio: circa il 90% delle industrie cinesi richiede più di 40 ore di lavoro alla settimana. Ci sono realtà come la Foxconn che sono finire sotto accusa per le scarse condizioni di lavoro in cui i dipendenti sono costantemente abituati a lavorare. Si sente il peso dell'isolamento, della solitudine: vedere poco le proprie famiglie, guadagnare il minimo indispensabile; ecco tutto questo ha portato solo nel 2010 il suicidio di 14 dipendenti.


Cina: produzione iPhone 5 ha richiesto condizioni di lavoro ...



In Occidente la situazione non è molto differente, anzi, le ore lavorative e il modo di produrre è molto simile al modello cinese: in Europa si lavora in media 40,2 ore alla settimana, con più precisione se ci avviciniamo all'Italia, il nostro paese, la media è di 39 ore settimanali - almeno, per chi possiede quel diritto di lavorare.

E' il lavoro a portare oltre 5 milioni di italiani a soffrire di depressione, forte stress, mal di testa cronici, ansia perenne... e questa situazione non si ripiega solo sulle famiglie, sulla vita personale del singolo, ma anche sulle aziende stesse.



Il mercato del lavoro fotografato dall'Istat - PMI.it


Con la Globalizzazione e l'arrivo dell'evento storico della terza rivoluzione industriale si pensava ad un miglioramento di tecnologie e quindi del rapporto che c'è tra gli individui e il lavoro: in realtà è avvenuto semplicemente ciò che diceva Karl Marx ne "Il capitale", ovvero il progresso di tecnologie a vantaggio del produttore, ovvero del datore di lavoro, che richiede una costante flessibilità di orario. 
Alla base di questa cultura capitalista c'è lo sfruttamento, la disuguaglianza sociale ed economica e, anche se sembra una contraddizione, anche la diffusa disoccupazione. 

E' nettamente impossibile mantenere questo modello ancora per molto tempo: e la soluzione potrebbe essere semplicemente la più banale che esiste, diminuire l'orario lavorativo a parità di salario.


1° Maggio 2020, frasi e aforismi per la festa dei lavoratori



Il sociologo Zygmunt Bauman nella seconda metà del novecento elaborò la teoria di "vita liquida" in riferimento ad una situazione psicologica di precarietà che vive l'uomo globalizzato e che lo porta inevitabilmente a continui mutamenti senza poter poggiarsi a qualche cosa di stabile: ecco, l'uomo presente nella società capitalista ha esattamente queste caratteristiche di una vita poco stabile, con un futuro incerto. 

Nessun lavoratore potrà mai praticare quel famoso "ozium" di cui tanto leggiamo sui libri latini e greci: inteso proprio come la contemplazione della vita, della società. La utilizzavano molto i poeti e aveva uno dei compiti più importanti: ritrovare la propria dignità di uomini e donne. 

Il problema di questo Paese è che abbiamo detto sempre "sì" e così abbiamo anche perso il rispetto per il lavoro, per la professionalità e per le competenze che ognuno di noi ha o che spera di ottenere attraverso sacrifici immensi: sia per chi decide di affrontare l'università, sia per chi decide di fare studi professionali e buttarsi in quel circolo vizioso che è il lavoro. 
Qualcuno, anche tra i politici, dice che questo Paese ha bisogno di eroi e in questi mesi più che mai l'abbiamo sentita spesso questa parola - che sia tra i medici, che sia tra la polizia o gli scienziati - eppure io credo che non abbiamo bisogno né di Eroi né tanto meno di Capitani, ma di coraggio. Di persone coraggiose che decidono di dire no, ma anche di coraggiosi nel difendere tutti quei lavorati sfruttati.

E con i lavori sfruttati non mi riferisco solo a tutti quegli italiani che necessariamente devono lavorare in nero per portare un po' di soldi a casa per la propria famiglia, o anche per se stessi... per vedere almeno uno della costellazione dei sogni realizzarsi, ma anche a tutti quei braccianti irregolari. E non c'era bisogno di aspettare il covid-19 per porsi queste domande, per chiedersi se i voucher fossero una buona idea, o se forse, regolarizzarli, sarebbero stato meglio. Perché questo vuole semplicemente dire che teniamo più all'economia che ai diritti di ogni essere umano. 


Latina, Caritas diocesana su arresti per sfruttamento degli ...



Melissa, @jawaadino_24
Condividi questo articolo su:

 

Commenti

Post popolari in questo blog