Il famoso "fascismo eterno"
In questa casa abita un'antifascista.
Non ho mai avuto paura nel dirlo, neanche in questo momento storico in cui sembra che il 25 aprile sia sintomo di divisione politica.
Forse è una perfetta casualità, forse è il destino... non lo possiamo sapere: ma questa correlazione che c'è tra il mio compleanno (24 aprile) e il 25 aprile mi ha sempre colpita tanto e, forse, negli ultimi anni con la consapevolezza di chi sta crescendo, mi ha comunicato tutto ciò che doveva comunicarmi. Interamente.
Tutto questo, i complottisti dico, i sovranisti o, ancora, i nostalgici di un certo periodo storico nessuno li aveva previsti, forse perché è tutto così irrazionale, incredibilmente impossibile, ma come sempre esistono intellettuali, letterari, persone che vanno più a fondo di noi nelle cose che avevano già previsto ogni cosa: tra questi, Umberto Eco.
Eco ci disse che il pensiero complottista si sarebbe insinuato nei poveri di spirito: non in chi non ha studiato - e infatti trent'anni fa non era l'ignoranza, ma la frustrazione e l'insoddisfazione - ma in chi non ragiona in modo critico, in chi spiega ogni "mistero" e in chi giustifica i fallimenti - anche quelli politici.
“L’ Ur-Fascismo scaturisce dalla frustrazione individuale o sociale. Il che spiega perché una delle caratteristiche tipiche dei fascismi storici sia stato l’appello alle classi medie frustrate, a disagio per qualche crisi economica o umiliazione politica, spaventate dalla pressione dei gruppi sociali subalterni. Nel nostro tempo in cui i vecchi proletari stanno diventando piccola borghesia (e i Lumpen si autoescludono dalla scena politica), il Fascismo troverà in questa nuova maggioranza il suo uditorio”.
Attualizziamo tutto ad oggi, tornando solo indietro di un paio di anni: quando è crollato il ponte Morandi internet si è riempito di idee complottiste secondo cui ci fosse una connessione con la "demolizione programmata". E' una specie di prassi che riesce a insinuarsi ovunque: anche oggi, con il covid-19. Non ha nulla a che vedere con l'ignoranza e neanche con l'analfabetismo di ritorno, quando più con l'ennesimo sentimento di frustrazione, di impotenza e con la necessità di giustificare ogni tragedia dando la colpa a chiunque ci capiti a tiro.
E' proprio la necessità di trovare un colpevole
a sostenere coloro i quali, la responsabilità, non l'attribuiscono mai a se
stessi, a questo Paese o alla nostra società. E così diventano gli stessi idoli
che dicono del 25 aprile essere una festività di "parte".
"Bella ciao" non è di parte, non è
una canzone comunista - a differenza di "Bandiera rossa" o anche
"Fischia il vento" - è una canzone che parla della morte e
della vita, della Resistenza, dell' "invasor", quindi sì, è una
canzone anche per i Partigiani, che non è però una prerogativa comunista.
Eppure dagli anni '80 questa canzone è associata sempre e comunque ai
comunisti, anche per ulteriori motivi come ad esempio i funerali di Berlinguer
nel 1984, al quale era stata utilizzata proprio Bella ciao. L'associazione tra
comunismo e Bella Ciao ha reso alla destra molto più semplice lo
"spauracchio" del legame ideologico e politico: ed è esattamente per
questo motivo che viene costantemente censurata, fino al 2011 in cui avvenne la
censura totale di questa melodia additata come "troppo
politica".
Ma Bella Ciao è famosa in tutto il mondo, anche
in Medio Oriente dove viene utilizzata contro Erdoğan: anche oggi il canto ha una valenza politica,
così tanto che nel 2018 un'insegnante è stata licenziata per averla fatta
sentire, una delle poche scuole ad Ankara.
Qualche anno fa con la mia
scuola andammo a Reggio Emilia, più precisamente a Gattatico, località Campi
Rossi. E qui ci hanno raccontato una storia, la Storia della Resistenza di cui
vi ho già parlato ampiamente qui https://laricamatricedisogni.blogspot.com/2016/04/normal-0-14-false-false-false-it-x-none_54.html perciò non mi dilungherò nella storia, quanto più nel
senso profondo che questa famiglia ha dato alla Libertà: i fratelli Cervi non
sono mai morti perché qualcuno si è impegnato a rendere viva e nitida la loro
storia e la loro vita passata a combattere per la Libertà.
I
fratelli Cervi hanno aperto le loro porte a chiunque ne avesse bisogno, a
chiunque avesse la necessità di un posto in cui stare, in cui poter rifugiarsi
proprio dalle Guerra e io credo che questo non sia solo un gesto nobile, ma
anche umano. Eppure, se fino a qualche anno fa la maggior parte delle persone
applaudivano un gesto simile, oggi lo ripudiano con "prendeteli a casa
vostra."
La
verità è che non abbiamo mai fatto pace con il nostro passato, non l'abbiamo
mai affrontato sul serio e abbiamo fatto ricadere un sacco di colpe su altri
Stati.
"L'unica
colpa di Mussolini è stata allearsi con Hitler", dicono. E la marcia su
Roma? E il diritto di pensare liberamente?
Ad
oggi i nostalgici del Ventennio sono tanti, solo che qualche anno fa erano
nascosti, ma non si sono mai estinti e oggi più che mai sono tornati
fuori appropriandosi di quella Libertà per cui tanto abbiamo
lottato.
Ma noi lo dobbiamo a loro, alla
famiglia Cervi, ad Alcide, ai sette fratelli Cervi, a chiunque è morto per la
libertà... noi dobbiamo loro il raggiungimento di quei tre compiti sostenuti da
Gramsci: istruirsi, agitarsi e organizzarsi.
"Vivo, sono Partigiano.
Perciò odio chi non parteggia,
odio gli indifferenti."
-Antonio Gramsci.
A chi vi dice che che la Libertà è un concetto di sinistra...
raccontate loro la storia dei Partigiani e delle Partigiane.
Raccontate loro che la nostra Nazione si è liberata della dittatura e dell'antisemitismo e dell'odio dopo il quel 25 aprile del 1945.
E se insistono... cantate loro Bella Ciao.
"E' questo il fiore del Partigiano
o bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao
E' questo il fiore del Partigiano morto per la Libertà."
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